Gio. Mag 2nd, 2024

Il design come soluzione alla solitudine nelle metropoli

vivere in giappone

L’idea di Muji per rilanciare i vecchi quartieri residenziali nelle periferie giapponesi

In Giappone nessuno vuole andare più a vivere nei complessi residenziali sorti nelle periferie delle città. Le ragioni? Questi quartieri sono stati pensati per famiglie a basso reddito ma ora di famiglie ce ne sono sempre meno. Si, il Giappone come molte economie ricche vede crescere gli anziani e diminuire i nuovi nati. Per la precisione i Paesi con più ultra65enni sono Germania, Italia e Giappone. E allora, come convincere i giovani ad andare a vivere in quartieri pensati per famiglie lavoratrici? Facciamo diventare questi quartieri fichi.

Per tornare a fare figli ci vogliono quartieri fichi in periferia?

E pare proprio che il modo migliore sia intervenire sulle abitazioni e dargli un tocco di design minimale, qui potete vedere alcune conversioni e arredamenti. Non solo Muji e l’Agenzia governativa giapponese che si occupa di rigenerazione urbana Urban Renaissance Agency (UR)  hanno un piano più ampio: jazz cafe, arredi urbani pensati per l’aggregazione e, non ultimo, un assegno per le giovani coppie (anche dello stesso sesso) che decidono di trasferirsi in questi quartieri che da anni si stanno spopolando e sono quindi sempre più squallidi, vuoti, pieni di cemento e architetture brutaliste. Insomma l’idea è far andare i giovani in periferia, ma una periferia fica che offre gli stessi prezzi bassi di quella non fica.

Courtesy of Muji

Ma Muji e UR non si limitano a questo, infatti il design minimale è applicato anche agli arredi urbani, scrive Bloomberg citando l’intervista a Teruhito Toyoda, architetto senior presso Muji House.

“Il nuovo progetto estende l’ambito della ristrutturazione oltre le singole unità agli spazi comuni e alle strutture circostanti. Rinnovando tali spazi, Muji spera di aiutare i residenti a socializzare di più, il che a sua volta rende danchi più attraente. Il progetto è iniziato con l’idea di rinnovare gli spazi comuni nello stesso stile degli appartamenti di Muji e di costruire una comunità”. “Affinché il luogo diventi attraente per le persone, è necessario avere una sorta di attività e vivacità comunitaria.”

Insomma sembra proprio un progetto di gentrificazione ma non per sostituire la classe meno abbiente con una più ricca in una determinata area ma per invogliare entrambe a tornare a vivere in periferia. Insomma non famiglie piene di pargoli (e con pochi soldi) ma single di differenti fasce di reddito, tutti accomunati dalla voglia di spendere meno e abitate in un posto fico. Perché non spedirli tutti insieme in periferia e fare in modo che, in virtù del potere del design minimalista, mettano su famiglia? Su Reddit in un thread dedicato su r/Japan hanno un po’ di dubbi riguardo a questa operazione che Muji porta avanti da circa un decennio. Ah un ultima cosa, questo progetto di rigenerazione urbana è pensate anche per chi vuole trasferirsi a vivere in Giappone!

Che cosa sono i Danchi giapponesi

Oh e adesso un po di storia. Questi quartieri residenziali giapponesi si chiamano Danchi, qui sotto la loro storia.

I Danchi (団地) sono un aspetto significativo dell’architettura e della vita urbana giapponese. Questi complessi residenziali, costituiti da grandi gruppi di edifici o case, sono stati costruiti principalmente come alloggi pubblici dalle autorità governativeDanchi sono spesso paragonati alle Khrushchyovkas, progetti di sviluppo abitativo simili realizzati nell’Unione Sovietica nello stesso periodo.

Durante gli anni ’50, ’60 e ’70, la Japan Housing Corporation (JHC), ora nota come Urban Renaissance Agency (UR), ha costruito numerosi danchi nelle periferie per far fronte alla crescente domanda di alloggi durante il boom economico del dopoguerra. Questi complessi hanno introdotto il concetto di vita familiare nucleare per i salaryman giapponesi, a differenza delle case multigenerazionali precedenti alla guerra. Le cucine, posizionate al centro degli appartamenti, simboleggiavano lo status elevato delle casalinghe giapponesi e spesso erano dotate dei “Tre Tesori Sacri”: frigorifero, lavatrice e televisore in bianco e nero.

meme muji danchi giappone

Alcuni danchi sono di proprietà di grandi aziende, che offrono alloggi a basso o nullo costo ai dipendenti per favorire un’atmosfera di “famiglia” aziendale. Tuttavia, negli ultimi anni, sempre meno giapponesi vivono nei danchi, preferendo case indipendenti o condomini. L’invecchiamento della popolazione ha portato alla chiusura di negozi, strutture pubbliche e scuole nelle vicinanze, scoraggiando le giovani famiglie dal trasferirsi nei quartieri danchi. Molti nuovi residenti, soprattutto dopo gli anni ’90, sono coppie senza figli o anziani single. Gli anziani che vivono nei danchi spesso affrontano l’isolamento e sono vulnerabili al kodokushi, il fenomeno di morire da soli e non essere scoperti.

Per saperne di più:

1The Rise and Fall of Danchi, Japan’s Largest Social Housing Experiment 2Danchi Dreams: A Photographic Exploration of a Housing Vision

Libri che trattano il tema della vita urbana in Giappone (e un corso di lingua)

Titolo Autore Descrizione
Tokyo Vice Jake Adelstein  Uno sguardo affascinante e crudo sulla vita urbana di Tokyo, attraverso gli occhi di un giornalista americano che ha vissuto e lavorato nella metropoli giapponese.
Norwegian wood. Tokyo blues Haruki Murakami Esplora la vita dei giovani in una Tokyo degli anni ’60, evidenziando le loro relazioni, le loro lotte e le loro esperienze nella metropoli giapponese.
Memorie di una geisha Arthur Golden Offre un’intensa esplorazione della vita urbana nel Giappone del periodo Taishō e Shōwa, concentrandosi sul mondo delle geisha e dei quartieri del piacere di Kyoto.
Tokyo: Una Biografia (in inglese) Edward Seidensticker Presenta una dettagliata storia di Tokyo, esaminando l’evoluzione della città attraverso i secoli e offrendo un’analisi delle sue trasformazioni urbane e culturali.
Impara il Giapponese davvero: corso di grammatica graduale Mari Noda Offre un approccio pratico e dettagliato allo studio della lingua giapponese, con un focus sulla vita urbana e sulla comunicazione quotidiana.

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