Il primo Paese Ue per Pil, brevetti ed esportazioni rischia di entrare in recessione: un pericolo per tutta l’Europa
Il motore economico dell’Europa potrebbe non tenere botta ai cambiamenti in atto (rivoluzione energetica e dismissione dell’industria fossile in primis). Ne parla Bloomberg, specificando che gli economisti rilevano un ritardo nella crescita del Paese tedesco rispetto al resto del continente. Della stessa idea anche il Fondo monetario internazionale che stima che quest’anno la Germania sarà l’economia del G-7 con le peggiori performance.
L’economia della Germania e la transizione energetica
La Germania si trova infatti inadatta a soddisfare in modo sostenibile il fabbisogno energetico della sua base industriale, è ancora eccessivamente dipendente dall’ingegneria della vecchia scuola e manca l’agilità politica e commerciale per orientarsi verso settori in più rapida crescita. La serie di sfide strutturali è cagione di un freddo risveglio per il centro del potere europeo…e sembra che il tempo del benessere ininterrotto sia giunto al termine.
La questione più urgente, naturalmente, rimane la transizione energetica. Avere energia a prezzi accessibili è infatti un prerequisito fondamentale per la competitività industriale del Paese. Da sottolineare che, anche prima della fine delle forniture di gas russo, la Germania aveva alcuni dei costi dell’elettricità più alti d’Europa. La mancata stabilizzazione della situazione potrebbe trasformare un rivolo di produttori diretti altrove in una fuga precipitosa.
L’importanza del sole per la gigantesca sete di energia tedesca
L’amministrazione di Scholz mira a collegare circa 625 milioni di pannelli solari e 19.000 turbine eoliche entro il 2030, ma le promesse di accelerare il lancio a mesi o anni non hanno ancora dato i loro frutti.
L’amara realtà è che le risorse per generare così tanta energia pulita sono limitate in Germania dalla costa relativamente piccola e dalla mancanza di sole. In risposta, il paese sta cercando di costruire una vasta infrastruttura per importare idrogeno da paesi come Australia, Canada e Arabia Saudita, facendo affidamento su una tecnologia che non è stata testata su questa scala.
In un recente rapporto, l’OCSE ha espresso la portata delle sfide in termini netti: “Nessuna grande economia industrializzata ha mai avuto le basi stesse della sua competitività e resilienza così sistematicamente messe alla prova dalle mutevoli pressioni sociali, ambientali e normative”.